Per congiarium (dal latino congius) o congiaria (al plurale) si intendevano i contenitori ai tempi dell'antica Roma, pari ad un congio ovvero sei sextarii (corrispondente grosso modo a poco più di tre litri attuali).
Nei primi tempi della Repubblica romana, il congio era una misura utilizzata per olio e vino, che in certe occasioni venivano distribuite tra il popolo di Roma. Da ciò ne derivò il significato di congiarium (in italiano congiario), vale a dire di libera donazione (liberalitas) al popolo (plebe), in generale, potendo riguardare sia vino, olio, grano, sale, denaro o altri beni come gli stessi spettacoli, mentre le donazioni fatte all'esercito furono chiamate donativa, sebbene a volte fossero anch'esse chiamate congiaria.
Sempre per Congiaria si intendevano semplicemente un regalo o una pensione data da una persona di alto rango, o dallo stesso princeps ai suoi amici.
Storia
Sappiamo che durante la seconda guerra punica, agli inizi del 212 a.C. i due edili, Scipione Africano e Marco Cornelio Cetego, organizzarono i Ludi Romani con grande dispendio, tenendo conto delle scarse possibilità del momento. Essi vennero rinnovati per un solo giorno. Ad ogni vicus di Roma vennero concessi cento congi di olio (pari a 327 litri).
Da Svetonio sappiamo che Augusto ne concesse numerosi di congiaria:
Ecco nel dettaglio come ci vengono raccontate dallo stesso Augusto nelle sue Res Gestae:
Quando poi il popolo gli richiese un congiarium che aveva promesso, rispose che era un uomo di parola. Quando invece ne sollecitò uno che non Augusto non si era impegnato a distribuire, denunciò con un editto la menzogna, dichiarando che, sebbene avesse avuto in animo di farlo, non l'avrebbe fatto. In un'altra circostanza, accortosi che all'annuncio di un nuovo congiarium molti avevano affrancato i loro schiavi, dichiarò che lo avrebbero ricevuto solo quelli ai quali era stato promesso, e diede meno di quanto aveva stabilito, affinché la somma stanziata risultasse sufficiente. Svetonio aggiunge che,
Dispose, infine, nel suo testamento che venissero distribuiti quaranta milioni di sesterzi al popolo romano, tre milioni e mezzo di sesterzi alle tribù. Invece all'esercito, come donativa fece distribuire ai pretoriani mille sesterzi ciascuno, cinquecento a ciascun soldato delle coorti urbane e trecento ai legionari. Dispose che questa somma venisse pagata senza ritardo, avendola tenuta come sua riserva personale.
Sappiamo che l'Imperatore Tiberio distribuì nel 17 d.C. (sotto il consolato di C. Celio e L. Pomponio) un congiarium pari a 300 sesterzi a testa alla plebe della capitale in nome di Germanico (tornato vittorioso da una lunga campagna militare in Germania), allestendo inoltre 1.000 mense per la città. Caligola, il suo successore, ne diede la stessa quantità, in due differenti occasioni (300 300 sesterzi).
Claudio spesso distribuì congiaria, accompagnati da spettacoli frequenti e magnifici, non soltanto secondo gli usi abituali, ma anche di nuovo genere ed in luoghi dove mai nessuno ne aveva offerti prima di lui. Nerone celebrò i suoi congiaria anche sulla propria monetazione, distribuendo 400 sesterzi. Si racconta che in occasione del suo tirocinio al foro romano egli concesse un congiarium al popolo ed un donativo ai soldati, marciando egli stesso alla testa dei pretoriani.
Vespasiano fece invece numerosi congiaria a poeti insigni o ai migliori artigiani, come a quello che restaurò la Venere di Coo o il Colosso di Nerone. Spesso offriva anche banchetti sontuosi, per far guadagnare i macellai. In occasione dei Saturnalia offriva doni agli uomini, alle calende di marzo alle donne. Il figlio Domiziano ne fece tre, di 300 sesterzi ciascuno.
Traiano invece, che aveva risanato le finanze romane, grazie alla conquista della Dacia, condannò l'utilizzo dei congiaria, distribuiti in modo stravagante. Il primo congiarium (nel 99) fu probabilmente pari a quello del padre adottivo Nerva (75 denari a persona), il secondo ed il terzo invece, dopo ogni campagna dacica (nel 103 e 107), furono invece pari a 650 denari a persona. Il successore Adriano ne concesse uno, doppio, dopo aver fatto distribuire in precedenza a ciascun cittadino tre aurei. A parte la distribuzione di congiaria, molte delle monete di Traiano celebrarono anche alcuni provvedimenti amministrativi o fiscali come una sovvenzione per ragazzi e ragazze bisognosi dell'Italia romana (alimenta Italiae). Si trattava di aurei, denari, sesterzi, dupondi ed assi.
Nel 128 d.C. Adriano, dopo aver ricevuto il titolo di Pater Patriae, offrì al popolo romano un congiarium, nella forma di una donazione di denaro. Nel 136, sempre Adriano offrì al popolo spettacoli, congiaria e donativa alle truppe, per celebrare l'adozione di Elio Cesare. Il successore Antonino Pio fece dono al popolo ed all'esercito di una somma a noi sconosciuta, oltre a donare alimenti ai fanciulli più bisognosi, per onorare la moglie Faustina maggiore. E durante un successivo congiarium (nel 145), furono donati a ciascun abitante di Roma 100 denari (pari a 400 sesterzi), per celebrare il matrimonio tra la figlia Annia Faustina ed il futuro erede al principato, Marco Aurelio.
L'Imperatore Marco Aurelio donò un congiarium al popolo, quando diede al figlio Commodo la toga virile nel 175. Due anni più tardi nel 177, quando associò al trono il figlio, attribunedogli la tribunicia potestas, organizzò un nuovo congiarium con spettacoli gladiatori. Il figlio Commodo distribuì un nuovo congiarium al popolo di ben 725 denarii durante il suo regno (180-192).
Una volta ucciso Commodo, venne eletto dalla guardia pretoriana Pertinace, il quale offrì un congiarium al popolo di 100 denarii. Morto poi Caracalla, Macrino offrì altri congiaria nel 218, insieme al figlio Diadumeniano.
Cassio Dione Cocceiano parla di un congiarium (600 sesterzi cad.) distribuito dall'Imperatore Eliogabalo in occasione del suo matrimonio con Giulia Cornelia Paula (nel 219). Una volta scoppiata la ribellione in Africa contro Massimino Trace, Gordiano I, si affrettò ad inviare numerosi messaggi, a tutti coloro che egli considerava fra i più facoltosi cittadini di Roma, oltre allo stesso Senato e Popolo di Roma, promettendo grande clemenza per coloro che avessero collaborato; ai soldati (guardia pretoriana e legio II Parthica), un donativum, come mai prima di allora era stato distribuito; al popolo di Roma una nuova distribuzione di denaro. Numerosi furono, quindi, i congiaria donati al popolo romano dall'Imperatore Gallieno durante il suo regno (253-268).
Note
Bibliografia
- Fonti primarie
- Cassio Dione Cocceiano, Historia Romana. Versione in inglese
- Erodiano, Storia dell'Impero dopo Marco Aurelio.
- Historia Augusta, da Adriano a Caro, Carino e Numeriano (testo latino) e versione inglese QUI.
- Gaio Svetonio Tranquillo, De vita Caesarum, libri I-II-III.
- Publio Cornelio Tacito, Annales, libro I. Versione in inglese qui
- Velleio Patercolo, Historiae Romanae, libro I. . Versione in inglese qui
Voci correlate
- Aerarium
- Comes
- Donativa
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